Porto Venere

Porto Venere (Portivène in ligure) è un comune italiano di 3.995 abitanti[1] della provincia della Spezia in Liguria.
Dal 1997 Porto Venere, insieme alle isole Palmaria, Tino, Tinetto ed alle Cinque Terre è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Il territorio comunale è il più piccolo della provincia spezzina.
Il paese sorge all’estremità meridionale di una penisola, la quale, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della riviera ligure di levante, va a formare la sponda occidentale del Golfo della Spezia. Alla fine di questa penisola si trovano tre piccole isole: la Palmaria, il Tino e il Tinetto; solo l'isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto Venere al di là di uno stretto braccio di mare, è in piccola parte abitata.
Alla città è stata conferita nel 2006 la Bandiera Blu per la qualità dei servizi del porto turistico (Marina di Porto Venere). È alle fasi di avvio un progetto per l'installazione di un sistema di depuratori, ancora assente, in località Calata Paita, nei pressi della Chiesa di S. Pietro e la Grotta Byron, dove si trova lo scarico in profondità della rete fognaria locale ([1]).
Nella vicina località di Panigaglia, si trova l'unico rigassificatore italiano, e una centrale a turbogas. Di entrambi gli impianti è in discussione l'ampliamento.

Storia
Il moloAnche se le origini più antiche del borgo vengono fatte risalire sino al VI secolo a.C., le prime datazioni storiche di Porto Venere risalgono a Claudio Tolomeo (150 d.C.) e all'Itenarario Marittimo dell'imperatore Antonino Pio del 161 d.C.
Il nome del borgo (Portus Veneris) derivava da un tempio dedicato alla dea Venere, sito esattamente nel luogo in cui ora sorge la Chiesa di San Pietro. Il nome era probabilmente legato al fatto che, secondo la tradizione, la dea era nata dalla spuma del mare, abbondante proprio sotto quel faraglione. Oppure, ci piace crederlo, perché Porto Venere era una località bellissima e romantica anche allora.
Il borgo originario (castrum vetus), abitato da antichi pescatori, era sito nell'attuale piazzale Spallanzani ed é oggi interamente scomparso. Da località di pescatori, Porto Venere divenne base navale della flotta bizantina, ma fu assalita e distrutta da Longobardi nel 643 d.C. I pochi reperti romani, consistenti in alcune murature rinvenute sotto il piazzale Spallanzani, si rifanno all’assorto periodo cristiano-monastico, con l’antica Chiesa di San Pietro della diocesi di Luni.
Sono datati 1113 i documenti che testimoniano la costruzione del primo Castello; nel 1130 viene costruita la chiesa di San Lorenzo e nel 1139 il borgo nuovo. Sono del 1161 le mura che racchiudono entrambi i borghi, vecchio e nuovo, ed è infine nel 1162 che viene sancito formalmente il passaggio delle due chiese sotto la giurisdizione del vescovo di Genova, confermando di fatto il completo dominio genovese sul borgo. Nel XV secolo, con l’assalto degli aragonesi, viene meno il dualismo tra i due borghi; il borgo vecchio viene distrutto e lascia libero lo spazio che ancora oggi si può osservare tra il borgo nuovo e la chiesa di San Pietro.

Monumenti - Chiesa di San Pietro
Venne consacrata ufficialmente nel 1198. La parte a fasce bianche e nere risale al XIII secolo, e venne restaurata tra il 1931 e il 1935. Questa parte è stata derivata da un corpo più antico, che consiste nella chiesa primitiva, mentre a sinistra il campanile è basato sulla cappella sinistra del presbiterio.
La chiesa originaria è un’opera di tipo siriaco del V secolo, con pianta rettangolare e abside semicircolare. Due archi a tutto sesto mettono in comunicazione questo spazio con la chiesa gotica. Quest’ultima a sua volta ha il tetto in legno strutturale ed il presbiterio è diviso in tre cappelle, coperto da volte ad ogiva ed a crociera, impostate su pilastri polistili.

Monumenti - Chiesa di San Lorenzo
Venne eretta nel 1098 da parte dei genovesi, seguendo lo stile romanico, in un luogo dove in antichità sorgeva probabilmente un tempio dedicato a Giove. Nel 1340 vi si sviluppò un incendio, nel 1494 venne parzialmente distrutta ad opera degli aragonesi e subì alcuni restauri tra il 1494 e il 1582.
Questi interventi di restauro consistettero nella sostituzione delle colonne in marmo portoro con colonne in marmo bianco, nella demolizione della torre nolare del presbiterio e relativa sostituzione con cupola ottagonale, ricostruzione del campanile a fianco dell’abside e sostituzione di quest’ultimo con un coro quadrato allungato.


Questa guida è stata presa da Wikipedia Italia